Vorrei trovare le parole più belle per esprimere con forza i sentimenti e le emozioni che mi accompagnano in questi giorni...Sentimenti che non riguardano soltanto me...i miei moti interiori...le mie riflessioni ma quelle di tutti coloro che...in questi giorni...continuano a combattere i fantasmi di una tragica ricorrenza...
A tutti loro va il mio pensiero...nella speranza di riuscire a dar voce...seppur piccola e fievole...alla memoria...ai ricordi...alla voglia di voler credere ancora...
“Speranze…”
“Sii la nostra fiducia nello Stato”.
Dopo la morte di Giovanni
Falcone, furono queste parole dei suoi sostituti di Marsala ad accompagnare
Paolo Borsellino nella sua folle corsa contro il tempo.
Già! Il tempo…
Paolo Borsellino era ben
consapevole di averne poco a disposizione e bisognava correre…fare presto…non
fermarsi…
Già!
Non fermarsi…fare
presto…correre…
Non c’era spazio per le
polemiche…i dissidi…le contraddizioni…
Bisognava correre…non
fermarsi…fare presto…
Era “tempo di guerra” e…lo Stato…in
Sicilia…era contro lo Stato…
Bisognava fare presto…non
fermarsi…correre…
Era importante e lui…lui non
poteva fidarsi di nessuno…
Non poteva fermarsi…non
adesso…non ora…
Doveva correre…far presto…non
fermarsi…
Le parole di quei giovani
continuavano a rimbombare nella sua testa come un’eco! Non poteva deluderli…
Doveva andare avanti…
Doveva far presto…doveva
correre…non poteva fermarsi…non adesso…non ora…
Quelle parole…”sii la nostra fiducia nello Stato”…quelle
parole racchiudevano il pensiero di un intero popolo che aveva iniziato a
credere nello Stato…
Non poteva deluderli…non
poteva tradire le aspettative di un intero popolo…
Almeno…non adesso…non ora!!!
Adesso doveva solo correre…far
presto…non fermarsi…
Era troppo breve il tempo a
sua disposizione!
Lui lo sapeva! Sapeva di avere
i giorni contati e non poteva lasciare a metà l’opera che tanti anni prima
aveva intrapreso con Giovanni!
Non poteva fermarsi! Non
adesso…non ora!!!
Adesso doveva solo correre…far
presto…non fermarsi…
Non poteva “andarsene” prima
di aver terminato la sua missione…
Era importante!
Non poteva deludere quei
giovani…non poteva toglier loro la speranza!!!
Doveva correre…far presto…non
fermarsi…
Non voleva far ripiombare quei
giovani nella condizione di eterna orfanezza istituzionale in cui avevano
sempre vissuto…
Non poteva toglier loro la
speranza…la fiducia…la fede nello Stato!
Doveva far presto…correre…
Non poteva fermarsi! Non
adesso…non ora!!!
Dopo la morte di Giovanni,
quei giovani si sentivano defraudati della speranza di una possibile rinascita
e lui…lui non poteva deluderli!
Doveva correre…far presto…non
fermarsi…
Non adesso…non ora!!!
Era importante!
Doveva continuare ad
“alimentare” la speranza!
Non poteva deluderli!
Eppure…eppure mentre lui
correva…non si fermava e…cercava di far presto…segretamente…qualcuno
patteggiava la resa dello Stato agli stragisti e…vilmente…arrestava la sua
corsa…fermava la sua lotta contro il tempo…
Era il 19 luglio e…con lui…un
popolo…un intero popolo…il popolo siciliano…piangeva lacrime amare perché si
sentiva nuovamente defraudato della speranza di una possibile rinascita…
Eppure…nonostante lo sdegno…il
dolore…la rabbia…
Non bisognava fermarsi…era
necessario correre…far presto…mostrare che malgrado tutto…qualcosa era rimasto…
Era rimasta la speranza…la
voglia di emergere…il desiderio di riscatto…
Tina Cancilleri
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