«La piovra è un animale marino dal
corpo molle, con otto tentacoli. Nella parte inferiore di ogni tentacolo vi
sono file di ventose rotonde. Le ventose possono fissarsi a qualunque oggetto e
non lasciare la presa nemmeno se il tentacolo viene tagliato. Se una piovra
perde un tentacolo, gliene ricresce uno nuovo.
La piovra ha due occhi e un’ottima
vista. Il suo cervello è il più sviluppato tra tutti gli invertebrati.
Certe specie di piovra iniettano un
veleno che paralizza la preda…
Inoltre, la piovra espelle un liquido
nero, formando una nube scura che nasconde l’animale e gli permette di sfuggire
a squali, cetacei, essere umani e altri nemici». (Encyclopaedia Britannica).
Mafia, Camorra, N’drangheta, Sacra
Corona Unita, Cosa Nostra, criminalità organizzata, associazione per
delinquere, organizzazione criminale…
Otto! Sono ben otto le definizioni
citate per rappresentare un unico denominatore comune: l’illegalità!
Otto! Sono ben otto i tentacoli di
questo animale marino dal corpo molle definito piovra!
Otto! Sono ben otto le biforcazioni
da cui emergono le molteplici file di ventose che si fissano a qualunque
oggetto e non lasciano la presa nemmeno se il tentacolo viene tagliato!
Otto! Sono ben otto le diramazioni
“autorigeneranti” da cui prolificano e
si diffondono le plurime sfaccettature di quel fenomeno criminale comunemente
definito mafia.
Mafia!
Che cosa intendiamo per mafia? Come
definirla? In quale contesto sociale inserirla? Come rappresentarla se non come
quell’animale marino dai numerosi tentacoli il cui cervello è più sviluppato
rispetto ai suoi simili? Non ci vuole astuzia per accrescere il proprio potere
e celarne le disastrose conseguenze? Non ci vuole furbizia per afferrare la
preda, paralizzarla e sfuggire agli attacchi dei “soccorritori”? Non ci vuole
acume per riuscire perennemente ad adattarsi, rigenerarsi, rinnovarsi e non
perdere le mete raggiunte?
La mafia è un fenomeno anomalo al
quale è quasi impossibile resistere se lo si considera in modo imperfetto e se
i legami tra boss della mafia e pubblici poteri non vengono tagliati alla
radice con l’appoggio ed il sostegno di una mobilitazione popolare consapevole.
Potrà sembrare un’affermazione
blasfema ma c’è uno strano spirito di contraddizione, quasi un istinto suicida,
nella perseveranza con cui i vari Paesi assediati si ostinano a negare
l’evidenza: la mafia è una piaga sociale dai numerosi tentacoli.
Se la mafia, con abilità diabolica, è
riuscita a diventare una grande holding del crimine ed è riuscita ad accumulare
smisurata ricchezza e potere è semplicemente perché o la si è appoggiata
scientemente e volontariamente o la si è subita in silenzio per paura.
Del resto, in Sicilia, dove il
fenomeno ha avuto origine e si è sviluppato, il silenzio è un’antica tradizione.
Duemila anni di occupazione straniera e di dominazioni dispotiche hanno
insegnato a cinque milioni di abitanti di questa isola mediterranea a tenere la
bocca chiusa, murata. Lo Stato è il nemico, si tratti dei conquistatori
normanni o dei sovrani borbonici o dell’Italia moderna. Aiutare la polizia, gli
“sbirri”, a scoprire un reato, collaborare con le forze dell’ordine o
rivolgersi ai tribunali per chiedere giustizia significa essere un “infame”.
Giustizia, onore, vendetta…tutte cose di cui un uomo deve occuparsi
personalmente. Esiste un termine molto noto per questo codice di comportamento:
omertà…essere uomo.
Eppure è da questa stessa Sicilia, da
questo medesimo habitat, da questo medesimo silenzio che è partita la voglia di
riscatto, la volontà di dire basta a questo atavico e scellerato clima di soprusi
e di terrore.
Sono siciliani gli uomini e le donne
che più coraggiosamente hanno combattuto e combattono la mafia! Sono milioni di
siciliani onesti quelli che, quotidianamente, con non poche difficoltà,
affrontano con enorme coraggio e ciclopica audacia il disagio di aver
pronunciato l’innominabile parola: mafia! Sono siciliani gli uomini e le donne
che, senza remore e senza indugi, hanno abbattuto il muro del silenzio ed hanno
denunciato un sistema corrotto e corruttibile! Sono milioni di siciliani onesti
quelli che, puntualmente, ad ogni nuova forma di violenza e prevaricazione
accusano i loro carnefici senza sentirsi più vittime!
Sono siciliani gli uomini e le donne
che, giornalmente, lottano per un ideale: la Giustizia!
E sono sempre milioni di siciliani
onesti quelli che, consapevoli della necessità della loro testimonianza, per
inculcare una nuova cultura, si fanno portavoce di un valore: la Legalità!
Tina
Cancilleri
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