venerdì 29 giugno 2012

I tentacoli dell’illegalità…


«La piovra è un animale marino dal corpo molle, con otto tentacoli. Nella parte inferiore di ogni tentacolo vi sono file di ventose rotonde. Le ventose possono fissarsi a qualunque oggetto e non lasciare la presa nemmeno se il tentacolo viene tagliato. Se una piovra perde un tentacolo, gliene ricresce uno nuovo.
La piovra ha due occhi e un’ottima vista. Il suo cervello è il più sviluppato tra tutti gli invertebrati.
Certe specie di piovra iniettano un veleno che paralizza la preda…
Inoltre, la piovra espelle un liquido nero, formando una nube scura che nasconde l’animale e gli permette di sfuggire a squali, cetacei, essere umani e altri nemici». (Encyclopaedia Britannica).

Mafia, Camorra, N’drangheta, Sacra Corona Unita, Cosa Nostra, criminalità organizzata, associazione per delinquere, organizzazione criminale…
Otto! Sono ben otto le definizioni citate per rappresentare un unico denominatore comune: l’illegalità!
Otto! Sono ben otto i tentacoli di questo animale marino dal corpo molle definito piovra!
Otto! Sono ben otto le biforcazioni da cui emergono le molteplici file di ventose che si fissano a qualunque oggetto e non lasciano la presa nemmeno se il tentacolo viene tagliato!
Otto! Sono ben otto le diramazioni “autorigeneranti”  da cui prolificano e si diffondono le plurime sfaccettature di quel fenomeno criminale comunemente definito mafia.
Mafia!
Che cosa intendiamo per mafia? Come definirla? In quale contesto sociale inserirla? Come rappresentarla se non come quell’animale marino dai numerosi tentacoli il cui cervello è più sviluppato rispetto ai suoi simili? Non ci vuole astuzia per accrescere il proprio potere e celarne le disastrose conseguenze? Non ci vuole furbizia per afferrare la preda, paralizzarla e sfuggire agli attacchi dei “soccorritori”? Non ci vuole acume per riuscire perennemente ad adattarsi, rigenerarsi, rinnovarsi e non perdere le mete raggiunte?
La mafia è un fenomeno anomalo al quale è quasi impossibile resistere se lo si considera in modo imperfetto e se i legami tra boss della mafia e pubblici poteri non vengono tagliati alla radice con l’appoggio ed il sostegno di una mobilitazione popolare consapevole.
Potrà sembrare un’affermazione blasfema ma c’è uno strano spirito di contraddizione, quasi un istinto suicida, nella perseveranza con cui i vari Paesi assediati si ostinano a negare l’evidenza: la mafia è una piaga sociale dai numerosi tentacoli.
Se la mafia, con abilità diabolica, è riuscita a diventare una grande holding del crimine ed è riuscita ad accumulare smisurata ricchezza e potere è semplicemente perché o la si è appoggiata scientemente e volontariamente o la si è subita in silenzio per paura.
Del resto, in Sicilia, dove il fenomeno ha avuto origine e si è sviluppato, il silenzio è un’antica tradizione. Duemila anni di occupazione straniera e di dominazioni dispotiche hanno insegnato a cinque milioni di abitanti di questa isola mediterranea a tenere la bocca chiusa, murata. Lo Stato è il nemico, si tratti dei conquistatori normanni o dei sovrani borbonici o dell’Italia moderna. Aiutare la polizia, gli “sbirri”, a scoprire un reato, collaborare con le forze dell’ordine o rivolgersi ai tribunali per chiedere giustizia significa essere un “infame”. Giustizia, onore, vendetta…tutte cose di cui un uomo deve occuparsi personalmente. Esiste un termine molto noto per questo codice di comportamento: omertà…essere uomo.
Eppure è da questa stessa Sicilia, da questo medesimo habitat, da questo medesimo silenzio che è partita la voglia di riscatto, la volontà di dire basta a questo atavico e scellerato clima di soprusi e di terrore.
Sono siciliani gli uomini e le donne che più coraggiosamente hanno combattuto e combattono la mafia! Sono milioni di siciliani onesti quelli che, quotidianamente, con non poche difficoltà, affrontano con enorme coraggio e ciclopica audacia il disagio di aver pronunciato l’innominabile parola: mafia! Sono siciliani gli uomini e le donne che, senza remore e senza indugi, hanno abbattuto il muro del silenzio ed hanno denunciato un sistema corrotto e corruttibile! Sono milioni di siciliani onesti quelli che, puntualmente, ad ogni nuova forma di violenza e prevaricazione accusano i loro carnefici senza sentirsi più vittime!
Sono siciliani gli uomini e le donne che, giornalmente, lottano per un ideale: la Giustizia!
E sono sempre milioni di siciliani onesti quelli che, consapevoli della necessità della loro testimonianza, per inculcare una nuova cultura, si fanno portavoce di un valore: la Legalità!


Tina Cancilleri

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