Il mare in discesa
di Romano Battaglia
“E’ difficile cancellare le tracce
profonde che gli avvenimenti lasciano nella nostra anima. Siamo i risultati del
nostro passato, siamo la vita stessa che ci è cresciuta dentro come il frutto
di una pianta, con i colori, i profumi e le imperfezioni che i venti e le
piogge hanno impresso sulla sua superficie. Noi siamo il nostro passato e
dimenticarlo è l’impresa più difficile del mondo”.
Difficile
commentare l’ovvietà del nostro vivere quotidiano, eppure Romano Battaglia, per
l’ennesima volta, ci lascia disarmati di fronte alla inequivocabilità delle sue
riflessioni.
I
suoi pensieri, le sue osservazioni, le sue digressioni ci portano a planare nei
meandri del nostro essere, nel viaggio interiore che ognuno di noi porta con sé
con i relativi dubbi amletici che “reclamano” una risposta che probabilmente
non arriverà mai perché, fondamentalmente, fa già parte di noi.
Proprio
così! Ognuno di noi, nella propria vita, “affronta” un viaggio che, come il
protagonista de “Il mare in discesa”,
non ha idea quando sia iniziato. L’unica consapevolezza? Un “passato”
che quotidianamente ci accompagna, ci tiene per mano e ci guida verso orizzonti
inesplorati del nostro essere.
Il
nostro protagonista, Adelmo di Santapietra, infatti, si è incamminato in
un’avventura che gli ha donato, non solo una quiete interiore, ma anche una
nuova ragione per esistere, per andare avanti, per dire ogni mattina “io ci
sono e ci sono per vivere davvero”.
E
così, dalle pagine ingiallite di un vecchio quaderno, ritrovato per caso,
riemerge l’antica storia di un veliero bianco e di un navigatore solitario che,
insoddisfatto della propria vita, parte alla ricerca della verità per scoprire
che esisteva già tutto fra le mura della sua casa sulla spiaggia.
E
già! Il mare, simbolo di un viaggio tanto atteso, in questo magnifico romanzo
di Romano Battaglia, scorre in discesa, limpido e benevolo per trasportarci nei
sinuosi percorsi del nostro esistere.
Tina Cancilleri
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