giovedì 12 luglio 2012

Biblioteca…vuoi saperne di più? Si, grazie!!!




Le biblioteche, come i musei e gli altri istituti culturali, sono finanziate dalla collettività perché da esse si attendono benefici sociali. In particolare, dalla diffusione della cultura e dall’accesso alla conoscenza dipendono la formazione dei cittadini e la partecipazione attiva alla società democratica. Il diritto alla cultura e all’istruzione sono sanciti a livello internazionale dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’ONU (1948) e a livello nazionale dalla Costituzione della Repubblica (artt. 3, 9, 21, 34). Perché l’esercizio di questi diritti sia realmente effettivo sono necessarie tre condizioni: la presenza capillare di biblioteche su tutto il territorio nazionale, una frequentazione ampia da parte della popolazione, la capacità dei singoli di trarre beneficio dalle opportunità messe a disposizione.
In Italia, secondo il Ministero per i beni e le attività culturali, le biblioteche degli enti locali sono circa 5.000. L’Istat (indagine multiscopo I cittadini e il tempo libero, 2006) ha certificato che le biblioteche italiane sono per la maggior parte concentrate nelle regioni settentrionali (49,6%) e centrali (21,3%), mentre nel meridione si trova soltanto il 29,1% di esse. A questo squilibrio nella distribuzione corrisponde una frequentazione fortemente ineguale: soltanto l’11,7% della popolazione con almeno 11 anni dichiara di andare regolarmente in biblioteca, con oscillazioni dal 28,8% (Trentino Alto Adige) al 6,2% (Campania). A questa situazione corrispondono tassi di lettura parimenti squilibrati.
La biblioteca pubblica appartiene di diritto al sistema del welfare, cioè a quel complesso di servizi, apparati e prestazioni che concorrono a favorire il pieno godimento delle prerogative e dei diritti individuali e a migliorare la qualità della vita e il livello di coesione della comunità. Nel caso specifico, introducono al godimento dei beni dl sapere e della cultura.
Secondo la teoria economica una biblioteca può essere considerata “bene meritorio”, ovvero un bene a cui la collettività nel suo complesso attribuisce un particolare valore sociale perché suscettibile di contribuire al progresso morale e al miglioramento delle condizioni di vita delle persone, anche se di questa utilità non tutti gli individui possono essere pienamente consci.
Una caratteristica dei beni meritori è quella di creare beneficio sociale anche per le persone che non ne fruiscono direttamente; un’altra peculiarità riguarda la desiderabilità del consumo altrui. Per questo essi possono essere concessi a titolo gratuito agli aventi diritto.
La gratuità dell’accesso ai servizi bibliotecari è prevista espressamente dal Manifesto Unesco per la biblioteca pubblica (“In linea di principio, l’uso della biblioteca pubblica deve essere gratuito”). Tale principio è stato introdotto anche nella normativa italiana dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, che all’art. 103 comma 2 recita: “L’accesso alle biblioteche e agli archivi pubblici per finalità di lettura, studio e ricerca è gratuito”.
Per realizzare pienamente le sue funzioni la biblioteca pubblica deve essere finanziata dalle autorità locali e disporre di risorse adeguate non solo nel momento in cui viene istituita ma in maniera continuativa, per garantire e sviluppare servizi che soddisfino le esigenze della comunità.


Tratto da:
Parise Stefano, Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, Editrice Bibliografica, Muggiò (MB) 2011, pp. 19-21.

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