Quando
scrivo, percepisco il mondo in movimento, elastico, pieno di possibilità.
Ed
è come se mi si aprisse un altro mondo, un mondo pieno non soltanto di
innumerevoli opportunità ma intriso di vita, una vita che pensavo di aver perso
tra i meandri del mio doloroso esistere. Ed è in quel momento che, invece,
riprovo il piacere di respirare nel modo giusto, totale, a pieni polmoni. Un
respirare che mi dona la “visione” della bellezza del nostro vivere e che mi dà
la possibilità di sfuggire dalla claustrofobia della quotidianità. Una
quotidianità “malata” che, attraverso la scrittura, ha trovato una sorta di
medicina che cura una malattia: il mal di vivere.
Tina Cancilleri