Lia Levi
Una bambina e basta
Edizione: Edizioni
e/o
Collana: Tascabili
Data pubblicazione: 1999
Pagine: 115
p.
Prezzo: €
7,50
Isbn: 88 –
7641 – 307 – 3
“Non
mi piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso: si sentono evoluti
e magnifici, ti guardano negli occhi, cercano il tono a mezza altezza…ora
saprai tutto anche tu, ci penseranno
loro a impacchettarti la notizia come una merendina”.
Son queste le parole
con cui ha inizio il libro di Lia Levi, Una
bambina e basta, pubblicato per le Edizioni e/o, per la prima volta, nel
1994 e vincitore del “Premio Elsa Morante opera prima”.
Il testo riprende un
doloroso spaccato di vita della nostra storia nazionale e, nello specifico,
quello relativo alla persecuzione ebrea durante la seconda guerra mondiale.
In questi
sessant’anni fiumi di parole son state spese per cercare di parlare
dell’Olocausto, nel tentativo di raccontare, spiegare, capire, l’atrocità di
quegli anni, di quella tragedia. Romanzi, saggi, testi di storia storiografici,
biografie e autobiografie, opere di poesie e album fotografici hanno cercato di
mantenere la memoria della Shoah, di trasmettere alle generazioni future i
sentimenti dei protagonisti, l’atrocità dei carnefici, o comunque il dramma
vissuto in prima persona su un versante e sull’altro.
Questo “racconto”,
rispetto a tanti altri testi che trattano l’argomento, ha un grande pregio: la
sua prospettiva. Stavolta il punto di vista non è quello dell’adulto ma quello
di una bambina assolutamente “normale” che la sua origine razziale rende
improvvisamente diversa. Il romanzo, infatti, riporta, senza manierismi di
sorta, gli eventi relativi alle leggi razziali durante il periodo fascista in
Italia con gli occhi di una bambina che, travolta dagli eventi, racconta le sue
preoccupazioni, le sue paure.
Quello che emerge
dal testo, prettamente autobiografico, è la voglia dell’autrice di raccontare
la sua storia, quella di una bambina ebrea che si trova improvvisamente ad
affrontare problemi più grandi di lei e molto spesso ingigantiti e resi ancora
più difficili dagli adulti. Non a caso l’incipit del libro recita: “Non mi
piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso: si sentono evoluti e
magnifici, ti guardano negli occhi, cercano il tono di mezza altezza…ora saprai
tutto anche tu, ci penseranno loro a impacchettarti la notizia come una
merendina” perché lei era solo…”Una bambina e basta”.
Tina Cancilleri
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