sabato 26 gennaio 2013

Recensione di...Una bambina e basta di Lia Levi


Lia Levi
Una bambina e basta
Edizione: Edizioni e/o
Collana: Tascabili
Data pubblicazione: 1999
Pagine: 115 p.
Prezzo: € 7,50
Isbn: 88 – 7641 – 307 – 3

“Non mi piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso: si sentono evoluti e magnifici, ti guardano negli occhi, cercano il tono a mezza altezza…ora saprai tutto anche tu, ci penseranno  loro a impacchettarti la notizia come una merendina”.

Son queste le parole con cui ha inizio il libro di Lia Levi, Una bambina e basta, pubblicato per le Edizioni e/o, per la prima volta, nel 1994 e vincitore del “Premio Elsa Morante opera prima”.
Il testo riprende un doloroso spaccato di vita della nostra storia nazionale e, nello specifico, quello relativo alla persecuzione ebrea durante la seconda guerra mondiale.
In questi sessant’anni fiumi di parole son state spese per cercare di parlare dell’Olocausto, nel tentativo di raccontare, spiegare, capire, l’atrocità di quegli anni, di quella tragedia. Romanzi, saggi, testi di storia storiografici, biografie e autobiografie, opere di poesie e album fotografici hanno cercato di mantenere la memoria della Shoah, di trasmettere alle generazioni future i sentimenti dei protagonisti, l’atrocità dei carnefici, o comunque il dramma vissuto in prima persona su un versante e sull’altro.
Questo “racconto”, rispetto a tanti altri testi che trattano l’argomento, ha un grande pregio: la sua prospettiva. Stavolta il punto di vista non è quello dell’adulto ma quello di una bambina assolutamente “normale” che la sua origine razziale rende improvvisamente diversa. Il romanzo, infatti, riporta, senza manierismi di sorta, gli eventi relativi alle leggi razziali durante il periodo fascista in Italia con gli occhi di una bambina che, travolta dagli eventi, racconta le sue preoccupazioni, le sue paure.
Quello che emerge dal testo, prettamente autobiografico, è la voglia dell’autrice di raccontare la sua storia, quella di una bambina ebrea che si trova improvvisamente ad affrontare problemi più grandi di lei e molto spesso ingigantiti e resi ancora più difficili dagli adulti. Non a caso l’incipit del libro recita: “Non mi piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso: si sentono evoluti e magnifici, ti guardano negli occhi, cercano il tono di mezza altezza…ora saprai tutto anche tu, ci penseranno loro a impacchettarti la notizia come una merendina” perché lei era solo…”Una bambina e basta”.

Tina Cancilleri
  

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