Oggi, uno degli autori a cui sono più legata anche emotivamente, Andrea Camilleri, compie 89 anni! Come non ricordare l'evento? E come non ripercorrere mentalmente le tappe che hanno portato alla nostra conoscenza? Era il lontano 2002 ed ero una studentessa universitaria che stava per completare il suo percorso..."Il re di Girgenti" fu il collante del nostro incontro nel maggio del 2003...
Come non ricordare, rievocare, riportare alla luce quell'esperienza indimenticabile...
Auguri Sommo!
sabato 6 settembre 2014
martedì 2 settembre 2014
La festa dell'insignificanza di Milan Kundera
«L’insignificanza,
amico mio, è l’essenza della vita. È con noi ovunque e sempre. È presente anche
dove nessuno la vuole vedere: negli orrori, nelle battaglie cruente, nelle
peggiori sciagure. Occorre spesso coraggio per riconoscerla in condizioni tanto
drammatiche e per chiamarla con il suo nome. Ma non basta riconoscerla, bisogna
amarla l’insignificanza, bisogna imparare ad amarla».
«L’insignificanza,
amico mio, è l’essenza della vita».
È
in queste poche parole che è racchiusa la chiave di lettura dell’ultima fatica
letteraria di Milan Kundera che, dopo quattro anni di silenzio, è ritornato in
libreria con uno scritto difficilmente “catalogabile”. Del resto, come “catalogare”
un testo che all’apparenza potrebbe sembrare un “banale” divertissement
(seppure molto raffinato!), ma che, in realtà, custodisce e contiene in esso un’amara
meditazione sull’essenza della vita? Una vita che Kundera, attraverso i suoi
personaggi snocciola con la sua consueta ironia. Un’ironia che viene usata con
grande maestria per mettere a confronto il presente ed il passato, il reale e l’inventato.
Un reale e un inventato che si fondono e si confondono per lasciare campo
aperto a folgoranti digressioni su temi a carattere storico, filosofico,
artistico e musicale. Digressioni che, inevitabilmente, ci inducono a
riflettere sull’individuo. Un individuo che, si legge tra le pagine del testo,
viene messo davanti ai misteri irrisolti della vita e diviene anch’egli “insignificante”.
“Insignificante perché l’autore, volutamente, dipinge i suoi personaggi come
sagome indistinguibili, come senza identità. A tratti si ha quasi la sensazione
che essi siano delle marionette create da un demiurgo, un maestro che talvolta
si diverte a intervenire. Alla fine, ciò che emerge è che il mondo attuale è
fatto do omologazione, uniformazione e insignificanza. Ma siccome non si può
rivoluzionare il mondo, tanto vale non prenderla sul serio.
E
se il lettore può trovarsi disorientato e non comprendere l’apparente disordine
narrativo, al termine dell’opera tutti i pensieri trovano il loro
incasellamento e la figura protagonista di questo romanzo/non –romanzo appare
nitida nella mente.
«L’insignificanza,
amico mio, è l’essenza della vita. È con noi ovunque e sempre. Occorre spesso coraggio per
riconoscerla in condizioni tanto drammatiche e per chiamarla con il suo nome.
Ma non basta riconoscerla, bisogna amarla l’insignificanza, bisogna imparare ad
amarla».
Ed
è con libri come questi che non si può non ritenere veritiera l’affermazione di
sir Francis Bacon che diceva:
«Alcuni
libri devono essere assaggiati, altri trangugiati, e alcuni, rari, masticati e
digeriti».
Buona
lettura a tutti!
Etichette:
Milan Kundera,
Recensione
Ubicazione:
Parma PR, Italia
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