Ed è così che...in questi giorni...voglio continuare a rievocare gli eventi...la storia di un'isola...di un territorio...di un popolo...di una nazione...
Iniziative…
Marco Campisi stentava a crederci!
Era allibito! Più si guardava intorno e più gli sembrava un brutto sogno quello
che stava vivendo.
Nella sua città, nel suo “regno”, nel
suo territorio si stava verificando ciò che nessun mafioso si augura che
accada: la ribellione.
In tanti anni di “onorato predominio”
non era mai successo che centinaia di migliaia di persone si riunissero per
manifestare apertamente il loro dissenso alla criminalità organizzata.
Sperava fosse un incubo ciò che si
mostrava ai suoi occhi increduli eppure era la cruda realtà.
Quella gente, quella massa
incontenibile, pacificamente, stava sfidando il suo potere e stava abbattendo
quel tradizionale muro del silenzio che, da sempre, aveva contraddistinto il
popolo siciliano.
Possibile? Possibile che lui, sempre accorto
ed attento, non avesse percepito che qualcosa nel “suo territorio” stava
cambiando?
Possibile? Possibile che lui, sempre
oculato e scaltro, non avesse notato che nel “suo territorio” al consueto velo
di Maya i cittadini onesti stavano contrapponendo la forza della rivalsa di un
popolo ormai stanco di subire?
Possibile? Possibile che lui non
avesse colto alcun segnale che mettesse in evidenza che nel “suo territorio” il
vaso di Pandora stava per essere scoperchiato?
Eppure quella gente, quella gente in
piazza, per le strade era lì per ricordare le centinaia di vittime della
criminalità organizzata.
Quella gente, quella gente in piazza,
per le strade stava levando il proprio grido perché la società coralmente si
ribellasse alle schiavitù delle mafie.
Marco, per la prima volta nella sua
lunga vita di mafioso, stava acquisendo l’amara consapevolezza che i tempi
stavano cambiando.
Grazie ai moti della società civile,
il muro dell’omertà e il mangime di cui la mafia da sempre si nutriva, ossia
paura e soggezione, stavano venendo a mancare.
Possibile? Possibile che il suo
“impero” si stesse sgretolando?
I segnali, purtroppo, erano molto
evidenti.
Quella gente in piazza, per le
strade, rappresentava il risveglio delle coscienze e, se il suo fiuto non lo
ingannava, nel tempo (e non lo vedeva un tempo lontano), adeguatamente promosso
e supportato, si sarebbe tradotto in cultura stabile, solidificandosi in norma
sociale.
I segnali, purtroppo, erano molto
evidenti.
I tempi erano cambiati e troppi erano
stati gli errori commessi.
Aveva perso!
Tina Cancilleri
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