martedì 17 luglio 2012

Racconti di...mafia!!!




Ed è così che...in questi giorni...voglio continuare a rievocare gli eventi...la storia di un'isola...di un territorio...di un popolo...di una nazione...
 

Iniziative…



Marco Campisi stentava a crederci! Era allibito! Più si guardava intorno e più gli sembrava un brutto sogno quello che stava vivendo.
Nella sua città, nel suo “regno”, nel suo territorio si stava verificando ciò che nessun mafioso si augura che accada: la ribellione.
In tanti anni di “onorato predominio” non era mai successo che centinaia di migliaia di persone si riunissero per manifestare apertamente il loro dissenso alla criminalità organizzata.
Sperava fosse un incubo ciò che si mostrava ai suoi occhi increduli eppure era la cruda realtà.
Quella gente, quella massa incontenibile, pacificamente, stava sfidando il suo potere e stava abbattendo quel tradizionale muro del silenzio che, da sempre, aveva contraddistinto il popolo siciliano.
Possibile? Possibile che lui, sempre accorto ed attento, non avesse percepito che qualcosa nel “suo territorio” stava cambiando?
Possibile? Possibile che lui, sempre oculato e scaltro, non avesse notato che nel “suo territorio” al consueto velo di Maya i cittadini onesti stavano contrapponendo la forza della rivalsa di un popolo ormai stanco di subire?
Possibile? Possibile che lui non avesse colto alcun segnale che mettesse in evidenza che nel “suo territorio” il vaso di Pandora stava per essere scoperchiato?
Eppure quella gente, quella gente in piazza, per le strade era lì per ricordare le centinaia di vittime della criminalità organizzata.
Quella gente, quella gente in piazza, per le strade stava levando il proprio grido perché la società coralmente si ribellasse alle schiavitù delle mafie.
Marco, per la prima volta nella sua lunga vita di mafioso, stava acquisendo l’amara consapevolezza che i tempi stavano cambiando.
Grazie ai moti della società civile, il muro dell’omertà e il mangime di cui la mafia da sempre si nutriva, ossia paura e soggezione, stavano venendo a mancare.
Possibile? Possibile che il suo “impero” si stesse sgretolando?
I segnali, purtroppo, erano molto evidenti.
Quella gente in piazza, per le strade, rappresentava il risveglio delle coscienze e, se il suo fiuto non lo ingannava, nel tempo (e non lo vedeva un tempo lontano), adeguatamente promosso e supportato, si sarebbe tradotto in cultura stabile, solidificandosi in norma sociale.
I segnali, purtroppo, erano molto evidenti.
I tempi erano cambiati e troppi erano stati gli errori commessi.
Aveva perso!

Tina Cancilleri

Nessun commento:

Posta un commento