lunedì 25 febbraio 2013

Poesia di...un malato cronico!!!


Rumori...
Rumori che partono dalle viscere del nostro corpo per giungere a noi come aria...
Aria che non arriva dai polmoni ma da un nostro "fedele" amico di pancia...
E' il signor Crohn, un dispettoso morbetto che, in maniera poco silente,
logora e distrugge anse...pareti...sinuosità...
Ed è da quelle anse...da quelle pareti...da quelle sinuosità...che ha inizio una storia...
La storia di chi...vorticosamente e vertiginosamente...vede rivoluzionata la propria esistenza...
Un'esistenza fatta di rinunce...di corpi che cambiano e si trasformano e che danno spazio ad altro...
Ed è proprio da "quell'altro" che si ricomincia...si ricomincia a vivere...a dare il giusto significato alla vita...agli affetti...alla quotidianità ed anche a se stessi...

Tina Cancilleri

sabato 23 febbraio 2013

Racconti di...mafia!!!



Elvira

Il nuovo giorno era appena sorto eppure Elvira era sveglia già da un pezzo.
Erano giorni che meditava ed erano giorni che il suo animo afflitto e travagliato non trovava requie. La scelta era importante ed avrebbe rivoluzionato e stravolto completamente la sua vita.
Più passavano i giorni e più aumentavano le sue inquietudini.
Eppure si sentiva pronta!
Pronta a saltare il fosso!
Pronta a strapparsi di dosso l’etichetta di figlia e sorella di mafiosi per indossare le vesti di testimone di giustizia!
Pronta a rompere lo schema di donna vittima del ricatto della cultura mafiosa che, per troppo tempo, le aveva pervaso l’anima!
Pronta a lottare contro la “famiglia” e la “sua” comunità che l’avrebbe osteggiata ed ostacolata in questo suo nuovo percorso interiore!
Pronta a subire l’accusa di cui l’avrebbero tacciata: l’infamia!
Eppure si sentiva pronta!
Dopo la tragica morte del padre e, a distanza di anni, del fratello, aveva capito che bisognava lottare!
Lottare, per lei, era diventato un obbligo morale e, dopo un lungo periodo di riflessione, era giunta alla conclusione che bisognava percorrere strade nuove: quelle della legalità e della giustizia.
A sue spese, purtroppo, aveva imparato che sangue chiama sangue e vendetta chiama vendetta.
Lei voleva semplicemente dire basta!
Basta a questa spirale senza fine!
Basta a questo circolo vizioso di soprusi e sopraffazioni!
Basta a queste carneficine frutto di ipotetiche nuove alleanze e nuovi interessi!
Basta a questi corpi inermi, riversi sulle strade, crivellati da proiettili, testimoni dell’umana crudeltà!
Basta a questa trottola impazzita di nome mafia!
Basta, soprattutto, a questa cultura della sudditanza!
Lei era pronta!
Pronta a vuotare il sacco!
Pronta a fare nomi e cognomi!
Pronta ad additare, in un’aula di tribunale, mandanti e carnefici dell’ultima guerra di mafia di una piccola cittadina: la sua!
Pronta a parlare di alleanze…collusioni…accordi per spartirsi un territorio ormai decimato dalla lotta armata tra “famiglie”!
Pronta a dimostrare che il coraggio non sta nell’impugnare un’arma e sparare a chi ti ha “offeso” o “ostacolato” ma nell’affrontare con fermezza la via della legalità e della giustizia senza il timore della morte!
Elvira era pronta!
Adesso poteva andare…

Catena Cancilleri

lunedì 18 febbraio 2013

Letture sparse...

Che cos'è la lettura se non una piccola finestra sul mondo mondo?
Un mondo tutto da scoprire e da "assaporare"...
Assaporare per dare spazio al pensiero...alla riflessione...all'emozione...
Tina Cancilleri


In un mondo in cui gli unici sogni permessi son quelli che si possono comprare, la felicità è diventata soltanto un attributo del possesso. La realizzazione di sé, che è – o dovrebbe essere – il cammino di ogni vita, consiste ormai perversamente soltanto nella rassegnazione e nell’appiattimento. Mi realizzo nell’adeguarmi, nel compiere gli gesti degli altri senza mai interrogarmi. Mi realizzo, non realizzandomi, perché la società non mi concede altro, perché ho solo due gambe, corte e da nessuna parte mi spuntano le ali. Ma è davvero così o si tratta soltanto di un alibi? Di una forma di pigrizia mentale?
Basta fermarsi un istante ad osservare il mondo della natura che ci circonda per renderci conto che tutto parla dell’inquietante gratuità, fragilità e bellezza delle forme viventi.
Per quanto ci sforziamo di vivere in scatole sotto vuoto, il mistero splende intorno a noi e ci suggerisce la strada da percorrere. Non esiste mediocrità, grigiore. Esiste soltanto la nostra paura. Paura di crescere, paura di aprirsi alle emozioni. Paura di scoprire che non c’è alcuna gabbia intorno, ma soltanto libertà, aria. E, se alziamo appena lo sguardo, lo spazio infinito del cielo.

Susanna Tamaro, Più fuoco, più vento, pp. 11-12. 



mercoledì 6 febbraio 2013

Cena d’autore con Valerio Varesi! Rivoluzione…innovazione…evoluzione!


Cena d’autore con Valerio Varesi!
Rivoluzione…innovazione…evoluzione!

Son trascorsi alcuni giorni eppure è ancora vivida l’immagine…
Un agriturismo…una sala apparecchiata in maniera tale che tutti i commensali avvertano il calore di un ambiente caldo e familiare…un libraio e la sua equipe che accolgono e uno scrittore che, con genuinità, tende la mano e dà il benvenuto a coloro che gradualmente arrivano…
Tutto, ma proprio tutto, dà a pensare che sarà una cena speciale, particolare, perché particolare è il modo in cui un autore, Valerio Varesi, ha deciso di presentare il suo ultimo romanzo, la sua ultima fatica letteraria: Il Rivoluzionario, edito dalla Frassinelli nella collana Narrativa.
A presentarlo, sarà un altro scrittore: Davide Barilli. Ad introdurre ed intavolare questo simposio moderno, invece, per la Libreria Ubik di Parma, sarà Carmen Saraceno, una donna che, in pochi minuti riesce a catturare l’attenzione di tutti i commensali ed a creare quella magia che accompagnerà i suoi ospiti per tutta la serata. Una serata in cui lo scrittore Valerio Varesi, tra un pasto e l’altro, ci parlerà del suo ultimo romanzo. Un romanzo che, già dal titolo, invita alla riflessione; una riflessione attenta, puntigliosa, minuziosa perché “raccontare significa esistere” e, se ad esser raccontati sono “frammenti” della nostra Storia, non si può non cogliere l’invito dell’autore ad ascoltare, evocare e richiamare alla memoria quegli eventi e quei protagonisti che hanno fatto la Storia. Una storia che parte con l’avvento della Repubblica italiana per giungere agli anni Ottanta, senza però perdere di vista “altre realtà”…”altre storie”…”altre finestre sul mondo” che, grazie al protagonista, Oscar, ci portano ad intraprendere un cammino anche in Paesi “altri” come il Mozambico, i Paesi Baschi, la Russia, la Grecia. Paesi che, pur nella diversità delle loro “Storie”, mettono in evidenza un denominatore comune: la fede in ideali quali l’equità e la giustizia. Ideali che il protagonista e, assieme a lui tutta una generazione, ha visto crollare.
Un crollo, una disillusione corale di cui l’autore ha parlato non soltanto con il suo relatore ma anche con i suoi commensali che, grazie alle luci soffuse ed all’intimità della tavola creata dallo staff della Longarola, hanno partecipato in maniera empatica a questo simposio in cui l’oggetto della discussione è diventata “la rivoluzione”. Una “rivoluzione” che non avviene solo con l’uso delle armi ma anche in maniera più intima, interiore, attraverso l’uso della parola; una parola capace di attivare un processo di rievocazione che, tramite il dialogo, ha condotto il pubblico a ricordare eventi storici spesso “lasciati” nel dimenticatoio o “sepolti” nei meandri di una memoria storica ormai assente. Un’assenza che l’autore ha voluto colmare attraverso una presentazione che…nella sua unicità…ha rappresentato la rivoluzione…l’innovazione e…l’evoluzione…

Tina Cancilleri  

domenica 3 febbraio 2013

Guerre interiori...


Guerre interiori…

«La guerra porta solo altra guerra, altri lutti, altra violenza».

Già! «La guerra porta solo altra guerra…».
Ma come gestire i propri conflitti interiori…quelli che ti lacerano l’anima e che provocano in noi altri lutti…altre violenze…altri stati d’animo che accrescono i nostri disagi…i nostri dissidi…le nostre dispute interiori?
È difficile trovare la risposta a questa domanda, forse perché difficile è trovare la forza…il coraggio…l’energia giusta per affrontare i dilemmi…le incognite…le incertezze che accompagnano le nostre riflessioni nei momenti di grande fragilità.
Già! Una fragilità che spesso si cerca di celare…nascondere…dissimulare…per non mostrare le proprie debolezze…le proprie paure…le proprie inquietudini…la propria incapacità a gestire le proprie emozioni perché troppo grande è la sofferenza e la frustrazione che ci sta dietro…
E più cresce il dolore più diventa grande la volontà di non mostrare la propria vulnerabilità…il proprio tallone d’Achille…la propria ipersensibilità…
È come se dentro di noi albergassero due personalità diverse: una fragile ed emotiva e l’altra austera e fiera. Ed è come se esse non riuscissero a trovare il giusto equilibrio tra loro e continuassero a farsi guerra…una guerra senza sosta e senza esclusioni di colpi in cui…l’unico a farne le spese…è il nostro cuore che non riesce a governare…guidare…coordinare la molteplicità di emozioni che gli arrivano…
Emozioni che si vorrebbero sopprimere dal nostro cuore e dalla nostra mente perché ci inducono a vedere noi stessi in una prospettiva che non ci piace ma che non riusciamo a cancellare dai nostri pensieri…dalle nostre riflessioni…dalle nostre elucubrazioni strampalate e nocive per il nostro Io…un Io depresso e soppresso dagli eventi…dalle circostanze…da una quotidianità che non ci aiuta perché continua a “regalarci” solo lutti…solo morti interiori che non si riescono ad incanalare nella maniera giusta e quindi generano violenza…violenza contro se stessi e verso ciò che ci circonda perché ingiustificabile diviene l’angoscia…l’insofferenza…l’inquietudine…la rabbia…
Si, la rabbia! La rabbia verso un’esistenza che stenta a decollare…a prendere la piega giusta…a trovare almeno una motivazione che le dia un senso…un significato per cui valga la pena continuare a lottare…
E invece…invece ci si ritrova semplicemente ad alimentare un “fuoco” che genera altro “fuoco”…
Un fuoco minaccioso…che mina la nostra esistenza interiore e che costituisce un vero attentato alla nostra vita…al nostro viverla in maniera fiduciosa e serena…
Già! Serena tanto quanto basta per non generare altre guerre…altri lutti…altre violenze…
Tina Cancilleri