Cos’è la poesia se non quella tensione emotiva capace di scuoterti l’anima?
È evocazione…ricordo…nostalgica amarezza…
È sentirsi parte di un tutto e coglierne il frammento…l’essenza…la
natura intrinseca e profonda e non lasciarsela scappare…
Tina Cancilleri
Quieto, possente candelabro posto
all’orlo: in alto si fa nitida la
notte.
Noi ci dissipiamo alla tua base
brancolando nel buio.
Questo è il nostro destino: non vedere
l’uscita dal bizzarro labirinto,
tu svetti sui nostri impedimenti
e li inondi di luce come un picco.
La tua gioia sovrasta il nostro regno,
noi ne cogliamo a fatica il residuo;
come la pura notte d’equinozio
ti ergi e condividi giorno a giorno.
Chi mai sarebbe in grado di instillarti
La miscela segreta che ci intorbida?
Tu possiedi splendori d’ogni sorta
Noi siamo rotti a ciò che è più
meschino.
Il nostro pianto a stento è
commovente,
quando guardiamo siamo appena desti;
il nostro sorriso è incapace di
sedurre
e se seduce, chi ne viene attratto?
Uno qualunque. Angelo, mi lamento?
Devo farlo?
Ma che sarebbe poi quel mio lamento?
Ah, io grido, percuoto il mio tamburo
e non mi illudo che qualcuno mi oda.
Non è il mio strepito che può giungere
a te,
se mai tu mi sentissi è perché io sono.
Fa luce, luce! Che lassù le stelle
Si accorgano di me. Perché io sto
vanendo.
Rainer Maria Rilke, Poesie alla notte
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