sabato 29 settembre 2012

A proposito di..."sguardi"...



Dinamiche realtà…

“Pensò a com’era strano guardare la realtà che ci circonda come se essa fosse a portata di mano e pensò che niente è a portata di mano, soprattutto quello che vedi, e che a volte ciò che è accanto è più lontano di quello che pensi”.
Antonio Tabucchi

“Niente è a portata di mano, soprattutto quello che vedi…”
Chissà perché, queste parole di Antonio Tabucchi continuano a frullarmi per la testa ed a solleticare il mio pensiero…la mia fantasia…la mia riflessione su ciò che è la realtà che mi circonda e il modo in cui io…invece…la vivo e la interpreto…
Perche di questo stiamo parlando, no?
Su come vediamo e interpretiamo il nostro esistere, il nostro esserci, il nostro essere “uomini in mezzo ad altri uomini” e…nello stesso tempo…essere “uomo tra uomini”. Sembra un gioco di parole ma non lo è. È un voler sottolineare…evidenziare…mettere in rilievo quelle che sono le sfumature del nostro esistere.
Già! Il nostro esistere…
Un esistere che semplicemente non conosciamo perché non ci è dato conoscerlo. Per conoscerlo dobbiamo viverlo, renderlo nostro, riempirlo di significato…
Eppure…eppure non è così semplice perché la realtà che ci circonda non sempre è quella che vorremmo come, del resto, non è quella che ci sembra o ci appare.
Già! “Niente è a portata di mano, soprattutto quello che vedi”.
Anche perché, quello che vediamo, è filtrato dai nostri occhi…dall’immagine che noi abbiamo delle cose e degli eventi. Già!
Proprio così! Non sussiste oggettività nel nostro esistere come non sussiste un criterio valido…fondato con cui poterci rapportare alla realtà.
“Niente è a portata di mano, soprattutto quello che vedi”.
Ma noi, cosa vediamo? Cosa siamo in grado di scrutare…scorgere…notare…individuare da lontano…Già!
…Da lontano…
Dico “da lontano” perché non sempre “ciò che è accanto è vicino. È lontano perché siamo noi a rimanere distanti…distaccati…discosti da ciò che…attraverso la sua vicinanza, potrebbe crearci dolore…fastidio…dissidio interiore e allora meglio isolare…tener lontano…emarginare…
Meglio far finta che non esista e…con “occhio discreto”…guardare oltre ed andare avanti…
Tina Cancilleri

2 commenti:

  1. forse non esiste un criterio per rapportarci al reale ma certo esistono modelli attraverso i quali possiamo cambiare dentro i nostri modi di rapportarci al reale per ottenere risultati più gratificanti e gestire in positivo anche la sofferenza.

    RispondiElimina
  2. La verità, sostanzialmente, è che ognuno di noi si rapporta al reale nell'unico modo in cui è in grado di farlo...Non esiste un criterio positivo o negativo valutabile oggettivamente, come non esiste un modello con cui rapportarci...Esiste semplicemente la volontà...la tensione verso il bene...verso ciò che riesce a rendere il nostro esistere più sereno e gioioso ed è questa volontà che ci porta a sperimentare modelli capaci di lenire le sofferenze del nostro esistere e renderle più accettabili ai nostri occhi...
    Questa, naturalmente, è la mia modesta opinione...
    Tina Cancilleri

    RispondiElimina