martedì 13 novembre 2012

Perchè parlare di violenze sui minori...

Pedofilia? No, grazie!!!
Spesso, quando mi siedo e prendo carta e penna, mi chiedo quale sarà l’oggetto della mia riflessione e verso quale “direzione” mi porterà il flusso dei miei pensieri. Ultimamente, non so per quale meccanismo recondito della mia mente (o del mio cuore) mi sto ritrovando stranamente a trattare più volte tematiche sociali. Qualcuno potrebbe pensare ad una sorta di “deformazione professionale”, eppure non è così perché, come si dice in gergo, non sono un’“addetta ai lavori”. Come mi definisco? Una libera pensatrice! Ecco, forse è questo il termine giusto: libera pensatrice. E come libera pensatrice mi ritrovo a meditare sul mondo e la realtà che mi circonda…una realtà che spesso non accetto ma che mi piace osservare con occhio critico ed attento. Ma, del resto, come non farlo? Come far finta di non vedere? Come non ascoltare la voce di chi, silenziosamente, invoca aiuto e chiede di essere ascoltato…sentito…accudito… A volte, ho come la sensazione che mente e cuore camminino sullo stesso binario ma abbiano difficoltà a coordinarsi…a trovare il giusto equilibrio tra loro perché troppo grande è il turbinio dei pensieri e delle emozioni che li travolgono.

Oggi, per esempio, questi due fantastici elementi facenti parte del mio essere, ossia mente e cuore, mi hanno portato a riflettere su una tematica di cui fin troppo ultimamente si vocifera, si sussurra: la pedofilia. Dico vocifera e sussurra perché, se da un lato se ne parla, dall’altro si ha sempre una certa reticenza a parlare di argomenti che mettano in discussione i cardini di una società civile e non priva di falsi moralismi. Già! Falsi come l’imperfetta società che ci circonda e che ostenta una evoluzione ed una correttezza di fondo che, in realtà, purtroppo non possiede…
Detto questo…voglio porre l’attenzione sul concetto di pedofilia.
Il termine pedofilia deriva dal greco pedos (fanciullo/a) e filos (amante) e nell’accezione più comune viene usato, se non erro, per indicare chi abusa sessualmente di un bambino. Da quanto affermato prima si deduce che il concetto di pedofilia (scusate la ridondanza relativa al termine!) è un concetto lontano. Il suo nome ci riporta (addirittura!) alla memoria i miti dell’antica Grecia, a quando sacerdoti e maestri insegnavano l’ars amatoria ai propri allievi, intrecciando con essi un rapporto d’amore. Questo rapporto si basava sul concetto di iniziazione spirituale e pedagogica. Attraverso la continuità dell’insegnamento e l’unione sessuale il maestro insegnava la virtù del cittadino modello. Quest’atto simboleggiava la sottomissione del giovane al più anziano per essere ammesso nel gruppo dei detentori del potere ed era considerato parte integrante del processo di formazione dell’uomo adulto. Anche se la pederastia era libera e permessa dalle leggi del tempo, il rapporto sessuale tra un giovinetto e un adulto non era immediato, ma sottostava a delle regole ben precise. Il ragazzo doveva, ad esempio, essere pubere (la sua età non doveva essere inferiore ai 12 anni!). Da allora la pedofilia non è scomparsa, non è stata spazzata via dalla modernizzazione e dalle regole della vita civile. Al contrario, si è annidata nelle pieghe di un mondo sempre più assetato di nuove emozioni e che non si ferma di fronte a niente e a nessuno: nemmeno davanti all’innocenza e alla purezza di un bambino!
Scusate la crudezza delle mie parole ma non riesco a dare un freno alle mie emozioni quando mi ritrovo a riflettere su una realtà che non voglio sentire mia perché non mi appartiene ma non posso, non voglio, rimanere insensibile al grido di un bambino la cui innocenza è stata distrutta, violata e frantumata! Purtroppo la pedofilia è una realtà, come gli abusi che compie e il dolore che lascia!
Forse non abbiamo ancora capito (o semplicemente non vogliamo capire!) che dobbiamo aprire gli occhi, dobbiamo guardare oltre le mura delle nostre case, oltre le barricate del nostro mondo ideale che ci siamo costruiti! La pedofilia non è un gioco, non è un brutto film che, appena spento il televisore, non esiste più! La pedofilia è lì: nel bambino immortalato all’interno di un film hard, girato mentre si compie l’abuso; nelle riviste dell’editoria hard perché la pornografia minorile aumenta il desiderio sessuale dei pedofili; nella tristissima realtà di moltissimi minori, di differenti nazionalità, che si ritrovano in questo “giro” criminoso per motivazioni che vanno dalla miseria assoluta allo “spiacevole incidente”; nei siti internet che distribuiscono, divulgano e pubblicizzano il materiale pedopornografico nonché informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori! Attenzione! Il mio grido di allarme non è dettato dall’insana voglia di creare falsi allarmismi ma dall’acquisizione di una realtà drammatica e dolorosa ma, purtroppo, nostra.
E quello che mi fa più rabbia è che molto spesso (essendomi un po’ documentata in proposito), andando a scavare nella storia di vita del pedofilo, emerge un vissuto fatto di violenza, di solitudine e di sopraffazione. Da quanto detto si deduce che spesso il carnefice è stato a sua volta una vittima di violenze e di soprusi da bambino (la pedofilia, statisticamente, insorge nell’adolescenza!) e che quindi ha acquisito queste esperienze che poi sono diventate parte della sua personalità di adulto. Ma non possiamo ridurre la figura del pedofilo a colui che da bambino ha subito dei soprusi. Ed è qui che emerge la complessità del fenomeno, il pedofilo può essere chiunque: l’individuo colto, appartenente alle classi più agiate, magari con moglie e figli così come il tutore dell’ordine.
Mi rendo conto che l’argomento preso in considerazione è assai problematico e di non facile discussione anche perché gli interrogativi sono tanti. Magari era più giusto che fosse un esperto a parlarne e non una “libera pensatrice” che si è semplicemente limitata a mettere insieme le sue conoscenze di base in proposito. Non so! Nel dubbio...parlarne o non parlarne…preferisco sempre e comunque non restare indifferente e… parlarne.
Tina Cancilleri

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