Desideri
infantili e/o adulti infantili
“I desideri infantili resistono a tutte le insidie
dello spirito adulto, e spesso gli sopravvivono sino alla vecchiaia”.
Milan Kundera
I desideri infantili resistono…resistono sino all’età
adulta…”sopravvivono sino alla vecchiaia”…
Questa frase, presa così com’è, può sembrare un’esagerazione…una
forzatura…l’esasperazione di un problema…
Già, un problema! Perché di questo si tratta…
È un problema continuare a fare gli eterni
ragazzini, quando, in realtà, ci si dovrebbe far carico delle proprie
responsabilità di individuo adulto…
Già! Di individuo adulto…di individuo dotato di
coscienza critica e, pertanto, capace di scindere ciò che è un “desiderio
adolescenziale, infantile” da ciò che è il ruolo di individuo adulto, anziano,
che egli è chiamato ad espletare in quanto membro di una società…
E invece più passa il tempo e più mi accorgo che “l’individuo
maturo”, in realtà, così maturo non è e che la nostra società “sforna”
individui egoisti…individualisti ed egocentrici…
Talmente egocentrici da non dare spazio nemmeno a chi
rappresenta la loro estensione nel mondo, ossia i loro figli. A volte,
osservandoli, si ha come l’impressione che essi vivano la loro genitorialità
come un gioco e che, nel momento in cui quel gioco non piace più o diventa
troppo complicato o difficile da gestire, basta semplicemente rilegarlo in un
angolo buio e oscuro e far finta che non esista.
Già! Perché è molto più facile far finta che il
problema non ci sia piuttosto che affrontare il disagio della consapevolezza…la
consapevolezza che si è troppo impegnati con se stessi e con il soddisfacimento
dei propri bisogni per potersi occupare di coloro che, invece, di loro, del
loro sostegno, della loro guida hanno bisogno…
Ed è da questa mancata presa d’atto…da questa
mancata presa di coscienza che emergono le criticità di due generazioni che,
pur scontrandosi, non trovano un punto d’incontro…
Ma, del resto, come trovarlo se manca il nodo di
congiunzione, il fulcro, per poter avviare il dialogo?
Già! Manca l’interesse, il coinvolgimento, il
trasporto emotivo degli adulti nei confronti dei più giovani, degli
adolescenti, dei figli…dei loro figli…di quel ”dettaglio insignificante” che si
chiama figlio…adolescente…giovane…
Proprio così! Manca la voglia di mettersi in
discussione e di rivedere le proprie aspettative…le proprie priorità in
funzione di coloro che…in base a quelle aspettative e a quelle priorità
iniziano ad affacciarsi al mondo e se ne appropriano…
Un mondo imperfetto…un mondo costruito in funzione
delle esigenze dei grandi senza la valutazione di un occhio attento nei
confronti dei più piccoli…Un mondo in cui il “sacrificio” vien chiesto ai
piccoli per poter soddisfare i sogni ed i desideri dei grandi…un mondo in cui
le aspirazioni ed i traguardi personali di un genitore sono più importanti del
benessere psicologico di un figlio…Un mondo in cui un figlio…spesso si vede
privato della figura del genitore, dell’adulto, semplicemente perché quell’adulto,
il proprio genitore, è troppo impegnato con se stesso per avvertire la sua
sofferenza, il suo disagio, la sua rabbia, il suo dissenso…
Tina Cancilleri
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