lunedì 27 agosto 2012

Recensione di...


Gabriele D’Annunzio
Il fuoco

Editore: Mondadori
Collana: Oscar tutte le opere di G. D’annunzio
Data Pubblicazione: 1995
Isbn: 8804413344


Difficile parlare di D’Annunzio in poche righe. Troppo complesso il personaggio, il poeta, l’oratore, il nevrotico esaltatore di sé stesso.
Egli, infatti, da un lato incarna una delle figure più affascinanti della storia della nostra letteratura e, dall’altro, rappresenta il vate “contemporaneo” più amato ed odiato.
Ma chi era D’Annunzio? Era realmente un Dorian Gray italiano?
Difficile dare una risposta a queste domande come, altrettanto difficoltoso, è “ricercare” il linguaggio più consono ed adeguato per “presentare” un romanzo in cui forte predomina, divenendone quasi la protagonista, l’arte dello scrivere.
Manierismo, simbolismo, liricismo, classicismo, estetismo, superomismo: sono questi gli elementi che rendono unica l’espressione dannunzianesimo.                                                                                                              
“Il fuoco”, primo e unico dei Romanzi del Melograno, pubblicato nel marzo del 1900, come esprime già il titolo stesso, raffigura ed allude al prepotere distruggitore e creatore e all’indomabilità del fuoco.
Esso, inteso come simbolo della creatività dell’artefice, narra, sullo sfondo di una voluttuosa e decadente Venezia, la storia dell’amore di Stelio Effrena per la Foscarina.
Il romanzo, come hanno notato conclamati critici, è scopertamente autobiografico perché vi è adombrata la storia dell’amore del poeta per l’attrice Eleonora Duse.
La Foscarina-Duse, nell’opera, rappresenta per il “superuomo” Stelio Effrena-D’Annunzio la musa ispiratrice, la carica vitale, la catalizzatrice della sua creatività artistica. La donna, come si evince nella seconda parte del romanzo, se da un lato esalta la sua potenza spirituale e sensuale dall’altro, simboleggia l’amore tra l’artefice e l’artista, tra chi crea l’arte e chi la porta al cuore del pubblico.
Ma estremamente interessante è tutta l’intera prima parte del romanzo: l’epifania del fuoco.
Essa è costituita, per intero, da una serie di immagini volte a celebrare l’arte in ogni sua forma. Viene esaltata dapprima l’arte della parola e la sua potenza evocatrice; la musica e la sua straordinaria suggestione; l’architettura…le arti figurative…
Il tutto, naturalmente, per celebrare una vera e propria “alchimia del verbo”!
Tina Cancilleri

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