Gabriele
D’Annunzio
Il
fuoco
Editore:
Mondadori
Collana: Oscar
tutte le opere di G. D’annunzio
Data Pubblicazione:
1995
Isbn: 8804413344
Difficile parlare di D’Annunzio
in poche righe. Troppo complesso il personaggio, il poeta, l’oratore, il
nevrotico esaltatore di sé stesso.
Egli, infatti, da un lato incarna
una delle figure più affascinanti della storia della nostra letteratura e,
dall’altro, rappresenta il vate “contemporaneo” più amato ed odiato.
Ma chi era D’Annunzio? Era
realmente un Dorian Gray italiano?
Difficile
dare una risposta a queste domande come, altrettanto difficoltoso, è
“ricercare” il linguaggio più consono ed adeguato per “presentare” un romanzo
in cui forte predomina, divenendone quasi la protagonista, l’arte dello scrivere.
Manierismo,
simbolismo, liricismo, classicismo, estetismo, superomismo: sono questi gli
elementi che rendono unica l’espressione dannunzianesimo.
“Il fuoco”, primo e unico dei
Romanzi del Melograno, pubblicato nel marzo del 1900, come esprime già il
titolo stesso, raffigura ed allude al prepotere distruggitore e creatore e
all’indomabilità del fuoco.
Esso, inteso come simbolo della
creatività dell’artefice, narra, sullo sfondo di una voluttuosa e decadente
Venezia, la storia dell’amore di Stelio Effrena per la Foscarina.
Il romanzo, come hanno notato
conclamati critici, è scopertamente autobiografico perché vi è adombrata la
storia dell’amore del poeta per l’attrice Eleonora Duse.
La Foscarina-Duse,
nell’opera, rappresenta per il “superuomo” Stelio Effrena-D’Annunzio la musa
ispiratrice, la carica vitale, la catalizzatrice della sua creatività
artistica. La donna, come si evince nella seconda parte del romanzo, se da un
lato esalta la sua potenza spirituale e sensuale dall’altro, simboleggia l’amore
tra l’artefice e l’artista, tra chi crea l’arte e chi la porta al cuore del
pubblico.
Ma estremamente interessante è
tutta l’intera prima parte del romanzo: l’epifania del fuoco.
Essa è costituita, per intero, da
una serie di immagini volte a celebrare l’arte in ogni sua forma. Viene
esaltata dapprima l’arte della parola e la sua potenza evocatrice; la musica e
la sua straordinaria suggestione; l’architettura…le arti figurative…
Il tutto, naturalmente, per
celebrare una vera e propria “alchimia del verbo”!
Tina Cancilleri
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