domenica 5 agosto 2012

A proposito di...mafia!!!

 
Battaglie…
In una terra come la Sicilia, terra di mafia, le battaglie, anche se silenziose, sono quotidiane.
Non c’è angolo…non c’è territorio…non c’è luogo in cui non si sia radicato il “sistema mafioso”. Già! La Sicilia, terra di sole e di mare, è intrisa di mafia.
Quando affermo che “la Sicilia è intrisa di mafia” non intendo solo la mafia che spara…che uccide…che collude…ma intendo anche (e soprattutto) quella più sottile…più nascosta…più velata che fa parte della nostra quotidianità perché, in maniera più o meno consapevole, fa parte della nostra forma mentis…del nostro modus vivendi…del nostro modo di rapportarci con la nostra terra e la nostra sicilianità.
Non è mafioso solo colui che impugna una pistola e uccide ma lo è anche colui che è testimone di quell’atto e non denuncia per paura…comodità…indifferenza…
Non è mafioso solo colui che minaccia e usa la violenza per ottenere ciò che vuole ma lo è anche colui che, questo modo di agire, lo accetta passivamente…
Non è mafioso solo colui che usa il proprio “bagaglio di voti” per ottenere favori e concessioni ma lo è anche colui che li usa per ottenere potere politico e “consenso sociale”…
Non è mafioso solo colui che, senza timore e apertamente, mostra la sua appartenenza ad un “sistema” ma lo è anche chi, consapevolmente, fa finta di non vedere e non sentire e rimane barricato nei suoi silenzi/assensi…
Silenzi/assensi…
Queste due parole sembrano quasi i termini di un contratto…un contratto per la vita…
Perché in Sicilia rompere i silenzi/assensi significa rompere un patto non scritto e…nel momento in cui ciò avviene…si verifica quello che in nessuna società civile dovrebbe accadere: inizia una guerra…
Una guerra in cui scendono in campo due forze impari: il potere criminale del sistema mafioso ed il potere istituzionale di uno Stato debole e spesso colluso.
Già! Colluso! Connivente e colluso!
Ed è proprio questa consapevolezza che rende difficile il coraggio della scelta!
Un coraggio che preannuncia l’inizio di una battaglia di cui si conosce già il decorso: la vittoria di una “malattia” perché troppo costosa è la “cura”.
Già! Difendere i beni comuni, amare la propria terra, servire la propria città, il proprio territorio di appartenenza può portare a sacrificare la vita quando il connubio tra affari e politica si fa troppo stretto e inconfessabile.
E questa è la storia di tante vittime…di tante persone che hanno lottato per un ideale di giustizia ma che hanno perso la loro battaglia semplicemente perché sono stati lasciati soli…indifesi…drammaticamente isolati…
Tina Cancilleri

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