Niscemi
e Vittoria. Aree diventate zone predilette per le scorribande e le guerre
sanguinarie della Stidda e degli stiddari nella loro furia scissionista nei
confronti di Cosa Nostra e tra loro, per il dominio della fascia che va da
Vittoria fino ad Agrigento: e non si tratta di aree dell’entroterra siciliano
interessate da pesante arretratezza, come si potrebbe pensare, ma di territori
in cui c’è un’agricoltura florida. Da qui arriva la gran parte dell’ortofrutta
italiana e qui, a Vittoria, si trova uno dei più grandi mercati ortofrutticoli
europei alla produzione.
A
Niscemi, per dire, c’è una coltivazione intensiva di carciofo violetto ma ci
sono anche coltivazioni serricole di livello industriale e lo stesso avviene a
Vittoria. Il Comune di Niscemi, che è stato sciolto più volte per infiltrazioni
mafiose, è stato governato per cinque
anni, dal 2007 al 2012, da un’amministrazione di centrosinistra con a capo Giovanni Di Martino, un avvocato
schierato a difesa delle vittime di mafia e da sempre in prima linea contro la
criminalità organizzata: per il suo impegno di primo cittadino è stato anche
minacciato.
NISCEMI
È UN PAESE SIMBOLO, nel male e nel bene. È il paese in cui la frana, ferita
aperta nel cuore della terra argillosa indispettita dalla violenza degli
uomini, si è mangiata interi quartieri. È IL PAESE IN CUI I MILITARI dell’Alleanza
atlantica, le FORZE DEGLI STATI UNITI, HANNO DECISO DI COSTRUIRE IL MUOS
(Mobile
User
Objective
Sistem)nel
CUORE di una RISERVA, la cosiddetta SUGHERETA: tra le aziende al lavoro per la
posa del basamento in cemento vi è stata anche un’impresa sospettata di
collusioni con la mafia. Niscemi è un simbolo perché qui qualche anno
fa un gruppo di cittadini, per evitare che la mafia incendiasse per l’ennesima
volta l’edificio scolastico, ha deciso di barricarsi nelle classi: se bruciano
la scuola bruceranno anche noi, così dicevano.
[…]
Gli
incendi si fermarono e la scuola è ancora lì.
Nino
Amadore, I sovversivi. In terra di mafia
la normalità è rivoluzione, Editore Laterza.
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