mercoledì 18 settembre 2013

Soglie...
Per quanto si possa essere aperti al dialogo non ci si racconta mai sino in fondo, ci si ferma sempre sulla soglia. Forse perché si ha paura a mettere a nudo i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri stati d’animo o forse perché si è sempre sulla soglia che vengono dette le cose più importanti, più significative, più vere.
Quelle che “vengono buttate lì” e poi ritornano come un eco, come una voce che “silenziosamente” ti entra dentro e ti induce alla riflessione ed è come un tarlo, un “pensiero molesto” che ci chiede di essere ascoltato e non ci dà tregua sino a quando non gli diamo il giusto peso. Un peso che, spesso, ci disorienta e ci fa avvertire una dolorosa sensazione di precarietà che è difficile gestire perché “l’associazione di pensiero” che si è creato ha fatto si che fluissero dentro di noi, con estrema nitidezza, ricordi sopiti, memorie anestetizzate e reminiscenze intorpidite dalla volontà e dal tempo.
Un tempo che, nonostante il desiderio di cancellazione e soppressione ha tenuto stretto a se anche i pensieri più malevoli e li ha riportati alla luce nel momento in cui siamo soliti “abbassare la guardia”: sulla soglia.
Su quella soglia che proprio per la sua essenza, per la sua natura intrinseca, ci richiama ad essere ciò che siamo: esseri in bilico tra passato e presente; tra ciò che siamo stati, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere; tra ciò che mostriamo e ciò che celiamo; tra ciò che tratteniamo e ciò che liberiamo; tra ciò che reprimiamo e ciò che facciamo esplodere dentro e fuori…
Ed è sempre “sulla” soglia che tutto ha inizio perché è da quel “attraversamento” inconsapevole che impariamo a percorrere strade nuove…


                 Tina Cancilleri  

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