Soglie...
Per
quanto si possa essere aperti al dialogo non ci si racconta mai sino in fondo,
ci si ferma sempre sulla soglia. Forse perché si ha paura a mettere a nudo i
propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri stati d’animo o forse perché
si è sempre sulla soglia che vengono dette le cose più importanti, più
significative, più vere.
Quelle
che “vengono buttate lì” e poi ritornano come un eco, come una voce che
“silenziosamente” ti entra dentro e ti induce alla riflessione ed è come un
tarlo, un “pensiero molesto” che ci chiede di essere ascoltato e non ci dà
tregua sino a quando non gli diamo il giusto peso. Un peso che, spesso, ci
disorienta e ci fa avvertire una dolorosa sensazione di precarietà che è
difficile gestire perché “l’associazione di pensiero” che si è creato ha fatto
si che fluissero dentro di noi, con estrema nitidezza, ricordi sopiti, memorie
anestetizzate e reminiscenze intorpidite dalla volontà e dal tempo.
Un
tempo che, nonostante il desiderio di cancellazione e soppressione ha tenuto
stretto a se anche i pensieri più malevoli e li ha riportati alla luce nel
momento in cui siamo soliti “abbassare la guardia”: sulla soglia.
Su
quella soglia che proprio per la sua essenza, per la sua natura intrinseca, ci
richiama ad essere ciò che siamo: esseri in bilico tra passato e presente; tra
ciò che siamo stati, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere; tra ciò che
mostriamo e ciò che celiamo; tra ciò che tratteniamo e ciò che liberiamo; tra
ciò che reprimiamo e ciò che facciamo esplodere dentro e fuori…
Ed
è sempre “sulla” soglia che tutto ha inizio perché è da quel “attraversamento”
inconsapevole che impariamo a percorrere strade nuove…
Tina Cancilleri
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