mercoledì 20 marzo 2013

Racconti di...mafia!!!!



Tragedie familiari…


Marina continuava a muoversi ed a gesticolare nervosamente per la stanza. Non c’era centimetro di quella piccola sala d’attesa che non fosse stato calpestato dai suoi pesanti passi di madre afflitta per la sorte del proprio figlio. Aveva passato la notte insonne ed i suoi occhi, più che stanchi, sembravano spiritati. L’attesa la stava snervando!
Possibile che nessun medico uscisse da quella “maledetta” sala operatoria per informarla sulle condizioni del figlio?
Possibile che un intervento chirurgico durasse così a lungo?
Erano già trascorse più di otto ore da quando era stata avvisata dai carabinieri che il figlio era stato vittima di un agguato e che pertanto era stato trasportato urgentemente in ospedale. Chissà da quanto tempo, prima del suo arrivo, Vittorio era sotto i ferri!
Marina si sentiva impazzire! La sua mente era offuscata da mille pensieri!
Perché? Perché era successo?
Lei, pur essendo una donna d’onore a tutti gli effetti, aveva cercato di preservare quel figlio dalle dinamiche e dai circuiti mafiosi da sempre!
Eppure qualcosa era andato storto!
Perché? Perché i suoi accorgimenti erano stati vani? In che cosa aveva sbagliato? Perché la “famiglia” non lo aveva tutelato?
Una spiegazione doveva esserci! Ma quale? Qual’era la nota stonata che lei non riusciva a trovare? Possibile che lei non fosse stata informata dei probabili pericoli della “famiglia”? E se si…perché?
Una motivazione doveva esserci! L’organizzazione doveva sapere! Non poteva non sapere! Ogni singolo agguato, ogni ipotetico omicidio, ogni ipotetica controversia o alleanza veniva discussa in sede di “consiglio” e lei…lei ne sarebbe stata a conoscenza! E allora perché? Perché era successo tutto questo? Perché il figlio si ritrovava in quella sala operatoria in fin di vita?
Una spiegazione doveva esserci!
Marina non si dava pace! Doveva capire! Era necessario! Importante!
Con l’organizzazione…chi sbaglia, paga! Gli artefici del suo dolore avrebbero pagato e…con gli interessi…avrebbero versato lacrime amare! Dovevano pagare! Quell’affronto non sarebbe passato inosservato! Bisognava solo attendere! Il tempo avrebbe dato le tanto agognate risposte e poi…poi atroce vendetta!
Lei non avrebbe dimenticato! E soprattutto…il Sistema non avrebbe perdonato! Tempo al tempo!
Poi…improvvisa l’illuminazione!
…Con l’organizzazione…chi sbaglia, paga…!
Adesso tutto era chiaro!
…L’agguato…il silenzio della Cupola…il suo disconoscere …
Vittorio aveva sicuramente sbagliato! Non sapeva in cosa ma…aveva sbagliato!
Marina conosceva fin troppo bene le regole non scritte della mafia!
…Con l’organizzazione…chi sbaglia, paga…!
Vittorio aveva sicuramente violato la “legge” ed era stato punito!
Marina lo sapeva…”A chi trasgredisce la sua legge lo Stato gli fa il processo e poi lo condanna. La mafia fa lo stesso. A chi trasgredisce la sua legge la mafia lo ammazza; è come una condanna, solo che non gli fanno il processo”.
Adesso spettava a lei punire e condannare ma percorrendo strade nuove…!
Vittorio lo avrebbe preferito! Ne era certa! Non poteva deluderlo!
Bisognava cambiare, redimersi, liberarsi dalle proprie colpe e soprattutto, bisognava buttarsi alle spalle la scia di sangue che, da sempre, l’aveva accompagnata!
Vittorio lo avrebbe preferito! Ne era certa! Non poteva deluderlo!
Al suo risveglio avrebbe trovato una madre diversa, indubbiamente migliore perché rigenerata, rinvigorita e fortificata da una energia nuova, positiva: l’energia di chi ha preso coscienza e consapevolezza dei suoi errori e vuole pagare i suoi debiti col mondo e con la società!

Tina Cancilleri

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