Infanzie
violate…violate infanzie…
Difficile
mettere ordine tra i propri pensieri quando si parla di pedofilia. Forse perché
“l’oggetto” della discussione è molto delicato o forse perché si ha paura di
scadere nella banalità, nel già detto, perdendo di vista il “fulcro” che
dovrebbe orientare i nostri pensieri: il bambino.
Quando
parliamo di pedofilia siamo talmente pervasi dalla rabbia…dall’ acredine e dal
rancore che smarriamo “l’elemento” più importante: il bambino.
Quel
bambino che “per eccesso d’amore” è stato profanato…violato…calpestato… Ed è
sempre quel bambino che, dopo aver subito il trauma della violenza e della
perversa umana crudeltà, ha bisogno di essere accolto…compreso…aiutato…affinchè
quella violenza…quella profanazione…quella sopraffazione non sia portatrice di
altra violenza…di altra profanazione…di altra sopraffazione per uno
“spostamento” improprio del dolore…Perché è questo il rischio che si corre!!!
Ossia…Essere “vittime indirette” di quella violenza…farsi sopraffare da essa e
non dare il giusto aiuto…il giusto soccorso a chi, quella violenza, “direttamente”
l’ha subita.
Già!
Bisogna stare attenti! Non si deve perdere di vista il bambino! Bisogna
focalizzare la propria attenzione sulla “vittima diretta”…su chi quella
violenza “direttamente” l’ha subita! Non bisogna perdere di vista il
bambino…quel bambino che ha vissuto il dramma…lo sta ancora vivendo e
continuerà a viverlo se non lo si aiuta tempestivamente a canalizzare e
razionalizzare un dolore…Un dolore che, se non orientato “positivamente”, può
creare altro dolore e può continuare a lacerare irreversibilmente l’anima del
futuro adulto…Un adulto che, non avendo avuto la possibilità o la capacità di
esternare e indirizzare la propria rabbia, la propria frustrazione, il proprio
dolore, da grande, si ritroverà a continuare a vivere quel dolore in tutta la
sua drammaticità…in tutta la sua tragicità…in tutta la sua “irrazionale”
interezza…
Scrivo
“IRRAZIONALE” non perché ritengo insensata
o poco concreta l’angoscia generata da una violenza subita, ma perché diviene
irrazionale il controllo emotivo che da essa ne scaturisce…
Perché
è irrazionale il senso di colpa che molte vittime si portano dietro, come se
quella violenza l’avessero indotta loro…
Perché
è irrazionale la non accettazione della propria corporeità per la perenne paura
di divenire “visibili” agli altri…
Perché
è irrazionale il rapporto col sesso perché ci si continua a sentire profanati,
violati, violentati, anche quando si è razionalmente consapevoli che si è in
una “situazione” di vero amore; un amore che ha bisogno di essere orientato ed
accolto nella giusta dimensione…nella dimensione di chi, amando, senza orpelli,
aiuta l’altro a ritrovarsi…conoscersi ed andare oltre il proprio dramma per
ritrovare il sole…Un sole che è stato messo in ombra dalla violenza altrui ma
che bisogna avere il coraggio e la forza di ritrovare per non perdersi…per se
stessi e…per la vita che verrà…
Tina Cancilleri
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