Aria
di cambiamenti…
Seduta su una panchina, Rosalba
continuava ad osservare il figlio più piccolo mentre giocava con gli altri
bambini all’interno di un parco della periferia di Roma.
Quante cose erano cambiate
nell’ultimo anno: il pentimento…il programma di protezione…il trasferimento in
una località segreta…i processi…
Eppure, nonostante i continui disagi,
le paure e le perplessità relative alla sua scelta, si sentiva contenta.
Contenta di poter offrire ai propri figli una vita migliore, diversa e, perché
no, anche sconosciuta, fuori dai canoni della “ragion di mafia”. Già…”la ragion
di mafia”…questo mostro dai mille tentacoli da cui non era riuscita a sottrarsi
fino all’anno prima.
Era stato il figlio maggiore, Vito,
ad invocarla al cambiamento! Il ragazzo principiava a diventar grande e,
l’arrivo dell’adolescenza, lo aveva portato a guardare il mondo circostante e
la “famiglia” con occhi diversi.
Già…
Erano suoi, gli occhi di chi voleva
dir basta a quei giochi di anime in pena che sfidavano la vita come in un campo
di calcio.
Era suo, lo sguardo altero e fiero di
chi, al di fuori degli schemi mafiosi e malavitosi, voleva crearsi una nuova oasi
di pace!
Era sua, la destata coscienza di chi
aveva voluto guardar oltre quel velo di Maya a cui era stato educato!
Ed era sempre sua, la tenacia e la
risolutezza con cui aveva condannato la vita della madre che, in più occasioni,
dopo la latitanza e, successivamente, la detenzione dei fratelli, aveva
dimostrato di essere un capo ed un reggente vero del mandamento della sua
cittadina!
In effetti, lei non era stata una
semplice “donna di mafia” come tante altre, ma una boss in gonnella che
comandava i picciotti, decideva
taglieggiamenti ed ordinava delitti.
Proprio cosi!
Lei era stata un capomafia a tutti
gli effetti, dotata della stessa dignità ed autorità dei fratelli, adesso
reclusi con la 41 bis!
Poi…poi quel figlio l’aveva
incoraggiata nella scelta, l’aveva aiutata a tagliare legami di sangue e legami
criminali che per lei erano una cosa sola, inscindibili tra loro!
Era quel figlio che le aveva
instillato, goccia a goccia, il germe del pentimento!
E Rosalba l’aveva assecondato…aveva
saltato il fosso, lasciandosi alle spalle una lunga scia di sangue!
Era stato abile Vito!
Lui, “piccolo uomo”, era riuscito a
spingere la madre verso il cambiamento e lei, boss in gonnella e depositaria di
molti segreti di mafia, adesso si ritrovava a riempire decine e decine di
verbali d’interrogatorio per offrire un futuro migliore alla sua unica ragion
d’essere: i figli.
Tina Cancilleri
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